Adunque si dilatava la temporale signoria dei Papi e di Roma: ed ove questi avessero avuto più tardi onde ristorare Carlo Magno delle spese della guerra contra Desiderio, e potuto infrenare la sua ambizione, tutta Italia da Longobarda che era, sarebbe divenuta papale. Ma i Franchi volevano ad un tempo soccorrere il Papa, ed acquistare la più bella signoria del mondo.
Tolto di mezzo alle italiane cose il Greco Imperadore, l'idea dell'Impero ognor più si rendeva visibile in Roma pel Pontefice. Questi alle infule pontificali aveva aggiunto corona di principe pel novello stato donatogli da Pipino; e che vero principe fosse, è chiaro dalle parole della donazione fatta beato Pietro, Sanctaeque Dei Ecclesiae, vel Reipublicae Romanorum. Questa voce di Repubblica non sonava che Impero Romano, come bene avverte il Muratori1; perciò la donazione era fatta al Papa non solo come a successore di San Pietro, ma anche come a capo del Romano Impero. Non è punto nominato l'Impero, perchè nel fatto lo rappresentavano ancora quei di Bizanzio, ma nel diritto si trovava solo in Roma.
Durò poco la concordia di quella Respublica Romanorum col Papa. L'elezione del nuovo Papa era il destro che afferravano gli ambiziosi a levare tumulto, per mettere in seggio chi loro piaceva: il Pontefice era di continuo tribolalo fuori dai Longobardi, che gli rubavano la signoria donata dai Franchi, e dentro dalla nascente peste del Patriziato. Pasquale Primicerio e Campula Sacellario, o sagrestano, della Romana Chiesa con molti maggiorenti congiurarono contra Papa Leone III. e gli furono addosso coi pugnali, mentre conduceva la processione delle Litanie maggiori.
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