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      Il Re era in Germania, i popoli conquistati in Italia: l'adunamento del potere in questa regione sarebbe stato pericoloso; fu diviso: così tra il popolo ed il Principe stette mediatrice la feudalità. Ma poichè questa poteva anche insidiare al supremo dominio del Principe lontano, Carlo M. non lasciò modo a tenerle ricordato la sua dipendenza da lui con que' Missi regii, Missi fiscalini, che ad ora ad ora venivano a rivedere le ragioni de' Conti; i quali spediti sotto il colore di guarentire i suggetti, tenevano in vita l'immediata giurisdizione del Re, e rinfrescavano l'idea della indivisibile monarchia. Più permanenti in questa maniera di ufficio furono i Conti Palatini, residenti in Pavia, i quali tenevano le veci del Re nel giudizio delle cause, che da quello de' Conti si recavano al suo tribunale, donde non poteva appellarsi ad altro. Questi erano mezzi che trovava il Franco nella economia degli uffiziali. Ma uno più permanente a tenere in rispetto i Conti, fu la feudalità chericale.
      Le chiese sotto la dominazione franca crebbero molto in ricchezze ed in potenza; quelle per la pietà de' fedeli, e per quella coscienza che ebbero i Carlovingi della stabilità dei loro troni sul fondamento della Chiesa; questa pel privilegio delle immunità. I Vescovi e gli Abati furono sottratti dalla giurisdizione de' Conti: ed erano ben pochi i casi, in cui il Conte poteva dar giudizio sul vassallo di una chiesa. Dippiù: la ferrea legge militare, per cui ogni uomo libero era costretto a guerreggiare ad un cenno del Principe, condusse moltissimi a rendersi servi delle chiese piuttosto che andare ad oste.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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