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      In queste ostilità tedesche Ariberto inventò quella celebratissima insegna, che fu detta Carroccio; della quale dirò quando fu adoperata dai Lombardi in altri più generosi fatti. Quetata la guerra al di fuori, il popolo fece quello, che ebbero fatto i Valvassori contro i Magnati: si levò in armi contro tutti i nobili, e si venne a guerra cittadina. Un Lanzone nobile, perchè punto da non so quale offesa de' suoi pari, si pose a capo de' popolani; i quali costrinsero gli avversi a sgombrar la Città e con quelli anche l'Arcivescovo. Milano fu bloccato dai nobili per un tre anni: nei quali il popolo si resse a comune. Ma essendo venuto all'estremo per fame, Lanzone con molt'oro piegò Corrado a soccorrerlo, a patto che accogliesse in città ben quattromila Tedeschi. Ed ecco di nuovo all'annunzio di venturi stranieri, ed al timore del servaggio che minacciava la patria, abbonacciarono gli animi, si riunirono nobili e popolani, e non fu più guerra: rimanendo però negli animi l'addentellato a nuove discordie, perchè il popolo non voleva più esser cosa, ma ragionevole corpo vivente.
      Come è chiaro ad ognuno, il popolo procedeva, ed assai lesto, nel conquisto della sua libertà: e se perchè solamente lontano l'Imperadore, osava tanto contro l'aristocrazia, era facile l'antivedere a che sarebbe di corto venuto, se alla lontananza si fosse aggiunta altra causa che avesse occupato l'animo imperiale. Vengo a quest'altra cagione, e fu in vero la potissima, della italiana libertà e della risorrezione de' Comuni.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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