Torniamo al Papato ed all'Imperio.
Il Sacerdozio, come potenza, nell'XI Secolo componevasi di questi tre elementi: del Papato, dell'Episcopato e del Monachismo. I due primi erano andati in basso con molto danno della Chiesa e della civil compagnia; il terzo tenevasi ancora in piedi. Toccammo innanzi delle abbominazioni Romane e delle desolazioni principesche, per cui il Papa aveva perduto moltissimo della moral forza, che un dì esercitò con tanto utile anche su i Barbari. Di questo fu documento terribile la corruzione dell'Episcopato, specialmente in Lombardia; cui pareva debolissimo argine la papale autorità. Tempestata la papale sedia da cittadini tumulti, dalla superbia de' patrizî, dalla prepotenza dei Duchi di Spoleto e dei Re d'Italia, era dentro rosa da un verme, dico da un certo diritto degl'Imperadori di entrare nelle elezioni dei Papi, approvarle, e che so io. Poichè in questo preteso diritto è tutta la suprema ragione de' rapporti, in che si mise il Papato con l'Impero, preziosi rapporti all'indipendenza italiana, è mestieri arrestarvisi alquanto.
Correndo i primi quattro secoli della Chiesa, i Papi vennero eletti dal Clero, presente il Romano popolo: non fu alcuna laicale potestà che si cacciasse in quel negozio. Primo Odoacre vi s'intruse. Morto Simplicio Papa, nell'assemblea del Clero, che sceglieva il successore, si appresentò certo Basilio intitolalo Prefetto del Pretorio, Patrizio, a tenervi le veci del Re. Costui sfoderò un decreto del morto Simplicio, che impediva la scelta del Papa, innanzi fosse consultata la mente del Re19. La scritta papale era apocrifa: forse avevale dato corpo il raccomandarsi di Simplicio ad Odoacre, perchè colla sua assistenza avesse cessato ogni scandalo.
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