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      Fino a che le grandi città colla forza o coll'amore si adoperarono a conquistare i proprî contadi disgiunti per le tedesche leggi feudali, bene fecero; male, quando trascorrendo i confini del territorio, non a rivendicare il proprio, ma ad invadere l'altrui, guerreggiarono le altre città. L'ambizione delle più grandi città ingelosì le minori, e tutta quella virtù, di che è fecondissima madre la libertà, miseramente profusero in ingloriose gare cittadine. Alle fraterne ire era pessimo appicco il parteggiar per l'Impero o per la Chiesa, e quei signori feudali, i quali, sebbene domi dalla forza, nelle rurali castella sospiravano a' beatissimi tempi della feudalità. Questi minacciavano sempre i Comuni, e per infiacchirli andavano soffiando nel fuoco delle discordie comunali.
      Queste dal tempo di Arrigo IV fino al Barbarossa furiosamente si esercitarono; e quanto sangue si versasse, quante devastazioni patisse la patria per mano de' proprî figli, io non dirò; poichè io tolsi a narrare non del vizio della italiana individualità nella ebbrezza della vita, ma della virtù sua nella coscienza della medesima. Corrado II solo degl'Imperadori non vide l'Italia: per quindici anni non si videro Tedeschi. Il qual tempo come sarebbe stato prezioso a raffermare le repubbliche per la ordinazione di una morale unità; così fu pestilenziale per la sfrenatezza delle guerre municipali, alle quali si gittavano i Lombardi più sicuri, perchè non rattenuti dalle consuete calate dell'Imperadore. Anche i popoli hanno una vita come quella dell'uomo; e perciò è pur necessaria ad essi l'infanzia e la baldezza giovanile, senza la quale non matura il frutto della virilità. Il regno degli Arrighi IV e V, di Lotario doveva bastare alle giovanili licenze; i quindici anni di Corrado dovevano consegrarsi a canonizzare l'acquisto della libertà. Ma una repubblica non riputava, come dissi, supremo bene civile l'aggrandire, supremo male il perdere la signoria: il bene era tutto nella libertà, il male nella perdita di questa, perciò poco curavano cadere in soggezione di altra repubblica, rimanendo libere.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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