Onnipotente nel volere, terribile nel fatto, perchè tutto poteva convertirsi in arma nelle sue mani. Pieghevole, amico di ogni ragion di governo, ove non fosse tirannide ed anarchia; ad ogni popolo poteva accostarsi, muoverlo, ispirarlo, recarselo intorno come corpo obbediente al suo spirito. Lo temevano i Principi, lo amavano i popoli; perchè scoglio ai superbi, sollievo agli oppressi. Come rappresentatore dell'assoluta monarchia dell'ordine, delle umane monarchie geloso, riprenditore, gastigatore: e perciò benigno, aiutatore, protettore alle Repubbliche, che ritraevano immagine di famiglia, quale vorrebbe questa umana razza il Padre celeste. Questo sacro principato aveva trono nel cuor dell'Italia: a destra la monarchia Normanna, a sinistra le Repubbliche Lombarde pendevano dai suoi cenni ad un minacciare della imperial monarchia; perchè tutti temevano. Confidavano poi ciecamente in lui; avendo della sua potenza freschi argomenti nella contesa delle investiture, nè dubitavano della sua costanza; perchè se Ruggiero o le Repubbliche Lombarde potevano, o per ragion di stato, o per gelosie municipali, piegarsi all'Impero, non mai il Papato, che nel condiscendere a lui avrebbe trovata la morte.
Peculiari destini furono quelli dei popoli italiani abitatori delle coste; perciò anche peculiari i loro rapporti coll'Impero. Primi eransi ordinati a reggimento comunale, come quelli, che non ritraendo il vivere dalla terra, bensì dal mare, non avevano patita la catena che li legava alla gleba.
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