Per la qual cosa stretti dalla fame, perduto ogni nerbo di milizia, essendo alta la notte, in una impetuosa sortita trassero alla zuffa i Milanesi, mentre segretamente dalla città mettevano in salvo i vecchi, i fanciulli e le femmine con le cose più care. Si raccolsero nel castello di Vico paratissimi a più lunga difesa, lasciando deserta la città. Innanzi a quella rocca venne meno la pertinacia de' Milanesi; proposero e furono accettate le condizioni della pace, ma sì crudamente abusarono della forza, che al luogo della misera Como i pochi campati dalla morte e dalle prigioni non ebbero ad abitare che povere capanne34.
Sterminate Lodi e Como, vennero i Milanesi alle prese colla città di Cremona a cagione di Crema, che non volendo più sottostare alla medesima, chiese la loro protezione. Bastò questo a sollevare un'altra mole di guerra. Pavia ingelosita di nuovo delle vittorie di Milano, si unì a Cremona, traendosi appresso altre città; per cui fino al 1152 non fu che un continuo appiccar di zuffe, espugnazioni di rocche, ammazzamenti di uomini, devastazioni di campi. Cremona non cadde, come le altre due città; ma Milano attinse a tanta altezza di signoria, che ove non fossero più venuti Imperadori di fuori, sarebbe stata la Repubblica regina di tutta Lombardia. Certo che è a lagrimare di dolore su questi bestiali furori, con cui si laceravano le italiane Repubbliche: ma pure un certo bene si cavò da tanto male, dico la esperienza delle cose guerresche, la virtù militare esercitata ed accresciuta, e quella attitudine a rannodar leghe tra molte città. Le quali cose come pestilenziali tornavano al paese per la malizia dello scopo, salutifere sarebbero addivenute per la onestà del medesimo.
| |
Milanesi Vico Milanesi Como Lodi Como Milanesi Cremona Crema Milano Cremona Milano Imperadori Repubblica Lombardia Repubbliche
|