Ed ove anche fosse stato salutevole il partito, era questo il tempo ad usarlo, lontano il Re, vicinissima Milano? Non è follia invelenirla contro a noi con queste lettere, trarcela sopra senza speranza di aiuti? Se non ci vuoi morti, lascia stare Milano, torna al Re, e rapportagli delle nostre grazie, e della non compiuta legazione come a noi pericolosissima; metti nelle nostre mani le regie lettere. Quando ci sarà alle porte il regio soccorso, penserem noi a denunciarle a' Milanesi.»
Sanissimo consiglio: ma il Conte non era venuto a fare il bene dell'Italia; era venuto a dividere, ad attizzare le nimicizie sotto le sembianze di paciere e di salvatore; perciò non si arrese alle parole del Console. E vieppiù incaponì nell'andata a Milano, da che vedevasi fallito nella speranza di festose accoglienze, e di grassi regali, che questi messi transalpini ad esempio de' loro padroni solevano insaccare, visitando l'Italia. A rinfrescarne la memoria, protestava, che non sarebbesi arreso alle loro preghiere neppur per cento marche. Non ebbe le marche, ed andò tutto cruccioso a prendere un'altro regalo che gli tenevano in serbo i Milanesi.
L'appresentarsi di un ambasciadore tedesco che recava comandamenti di un Re non ancor coronato in Italia; che veniva a bandir leggi in quello di che era più gelosa Milano, dico della sua signoria, era un tentar gli animi già usi a libertà. Sicherio se ne accorse al primo entrar che fece nel territorio Milanese; la plebaglia, che forse sapeva chi fosse, ed a che venisse, gli si mise appresso beffandolo e sghignazzando alla sua maniera.
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