Si facevano fino alle trincee, chiamavano all'aperto i nemici, e con incredibile audacia mischiavano le mani. Caddero molti de' Tedeschi; tra questi due giovani magnati, certo Kadolo di Baioaria e Giovanni di Sassonia; molti i feriti. Dei Tortonesi poi, quelli che cadevano in mano di Federigo, venivano bestialmente appesi alle forche. Nuova foggia di guerra.
Si prolungava l'assedio per molti dì. Però non si ardivano i Tedeschi di venire alla scalata; si tenevano lontano giuocando sempre di mangani e petriere, che molte morti arrecavano ai difensori, tra questi alcuni de' capitani Milanesi sopracitati. Al contrario i Tortonesi non cessavano dalle sortite, le quali miravano non solo ad offendere l'inimico, ma anche ad aprirsi una via per la campagna alle provvigioni di pane e di acqua, di che pativano un grande difetto. Specialmente per la sete erano venuti all'estremo. Errico di Sassonia era colle sue schiere svegliatissimo a guardia di un rivoletto che scorreva per l'occupato sobborgo ai piedi della città, e non lasciava si accostassero gli assediati a fare acqua. Colla forza avrebbero potuto procacciarsene, ma neppur questa più valse. Le torri e le mura del sobborgo crollate avevano talmente ingombro quel rivoletto, che affogatane la fonte, non dava più acqua di sorta.
Stringeva ogni dì più la sete indomabile dal valore. Era una fonte là dove campeggiavano i Pavesi: a questi avevano dato molto da fare i Tortonesi, assalendoli con singolar foga e rabbia, perchè essendo Italiani, facevano un pessimo vedere così collegati al Tedesco.
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