I cavalieri davano i lor cavalli a trasportare dalle rive della Scrivia la sabbia necessaria al cemento, i pedoni recavano su le spalle la calce. In pochi mesi Tortona risorse, munitissima di forte mura61.
E qui noterò due fatti, che mirabilmente provano la nobilissima anima che già era dentro a queste Repubbliche Lombarde, avvegnachè brutte e sanguinose ci appaiano di fuori nella ferocia municipale. Nell'assalire che fecero i Pavesi que' di Milano in Tortona, furono alcuni tra questi, ed erano de' capi, che sfidati di resistere, vilmente si rifuggirono nella chiesa, abbandonando la battaglia. Risaputosi in Milano, decretarono i Consoli, venissero scolpiti i loro nomi su la faccia della stessa chiesa a vergognoso monumento della loro fiacchezza62. E poichè fu tornata in piedi Tortona, e tornatovi il popolo, furono alla medesima scritte queste fratellevoli lettere dai Milanesi. «I Consoli, ed il Popolo di Milano ai Consoli ed a tutto il popolo di Tortona dicono salute. Assai ci gode l'animo, e ne vogliam consapevole tutto il Romano Impero, come la città vostra, che da indi innanzi a buon diritto direm nostra, sia stata ristorata sotto i nostri auspicî, e per l'opera, le fatiche e le cure di tutti i nostri cittadini affortificata di mura, e, la mercè divina, condotta in più fiorente stato. Per la qual cosa vi mandiam per ora tre civili insegne della nostra fratellanza: una tromba, perchè ne usiate a dar segno della vostra virtù nei parlamenti, e nelle assemblee del popolo da radunarsi.
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