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      Adunque levarono tosto il capo, a punire coloro che si erano dati allo straniero, ed a riprendere le terre perdute. Nel novembre (e forse non erano ancora tutte fuori d'Italia le genti imperiali) riedificarono sul Ticino presso Abbiategrasse il ponte distrutto dai Tedeschi, e ben lo affortificarono, essendo questo il passaggio ai territori di Pavia, di Novara e del Monferrato, in cui si andavano rannodando le milizie di queste città imperiali. Nel giugno dell'anno 1156 si mossero a far pentire i loro nemici della loro vituperevole alleanza co' Tedeschi; e vi vennero a capo. Imperocchè con subita irruzione passato il Ticino, s'impadronirono di molte terre che giacciono tra quel fiume, il Po e la Sessia; espugnarono in tre dì la forte rocca di Cerano, fugarono i venuti a soccorrerla, e ripiegandosi nella valle di Lugano, oltre a venti castella ridussero in lor balia76.
      Pavia era la città fedelissima all'Imperadore, e loro nimicissima; la quale congiunto lo sforzo con quello del Marchese di Monferrato, e dell'altro Marchese Obizzo Malaspina, che aveva disertata la parte repubblicana, seguiti da un codazzo di Baroni, teneva in punto di guerra numerose milizie attorno al lor castello di Vigevano. Questo guarda il Ticino appunto là dove di fresco avevano ricostrutto il ponte i Milanesi. Pensavano forse passarlo, e gittarsi al guasto delle terre di Milano. Ma questa svegliata che stava su i loro moti, nel più crudo del verno, assoldata una mano di Bresciani mandò ad oste il suo esercito condotto da Guido Conte di Biandrate.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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