Un turbine di polvere li nascondeva agli occhi della città; italiane e tedesche voci confusamente risonavano, e non si sapeva dove inchinasse la vittoria. Ma essendosi Ekeberto volto ad aiutare un suo cavaliere sbalzato dall'arcione, venne abbattuto in terra da un colpo di lancia, spoglio dell'armadura e mozzatogli il capo. La sua morte snervò l'animo de' Tedeschi, che non tennero più fermo, e furono smagliati e rotti. Fra gli uccisi e prigioni, pochi di loro avanzarono nunzî al Barbarossa della mala pruova fatta della virtù milanese. Voleva questi punire i tornati come trasgressori della militar disciplina; ma fu rattenuto dai Baroni. Qual fuoco poi di vendetta gli bruciasse dentro dell'animo contro Milano, dopo quel fatto, l'immaginarlo sarebbe sempre meno del vero98.
Mosse finalmente Federigo gli accampamenti, e diviso l'esercito in sette grandi legioni venne ad assediare Milano. Distribuì gli alloggiamenti. Egli prese stanza nella chiesa d'Ognissanti, che apparteneva ai Cavalieri Templari; intorno campeggiavano le milizie che conduceva. Il Re Boemo nel monastero di S. Dionigi, l'Arcivescovo di Colonia in S. Celso; tra questi tre principali alloggiamenti si svolgeva tutta l'innumerevole oste. E prima opera cui si dettero si fu quella di ben munire gli accampamenti di fossi e steccati per guardarsi dalle sortite degli assediati; ed anche perchè non pensando potersi ottenere quella vasta e bene affortificata città per viva oppugnazione, prevedevano molto prolungarsi l'assedio99. Sorgeva Milano in una vasta pianura e non signoreggiata pure da un poggio.
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