Orribile veduta: le fiamme illuminavano una feroce battaglia, dall'esito della quale dipendeva la sorte della città. I capi tedeschi si cacciarono nella mischia come soldati gregari: ma a nulla valse. Poichè eransi i Milanesi così stretti attestati, e con tanta furia premevano, che di viva forza vennero i Tedeschi rincacciati ed inseguiti. È a dire che in queste sortite i Milanesi ben si avvantaggiassero. Morena afferma, che era tanto il numero dei cavalieri messi da loro fuori di sella ed uccisi, che in città di cavalli intrapresi ai nemici fu una grande moltitudine, da vendersene ciascuno per quattro soldi102. Così in queste accanite fazioni passavano i dì, nè appariva segno che venissero alla resa i Milanesi: dappoichè non avendo Federigo bene chiuse loro le vie, ad ora ad ora scorrevano la campagna, e recavano dentro qualche rinfresco alle provvigioni. Di che avvedutosi un dì, che cavalcando intorno alla città con gli eletti dell'esercito osservava le munizioni, pose così stretta guardia ad ogni sbocco di via, che fu tolto agli assediati ogni opportunità di foraggio103.
Ma intanto premeva l'animo di Barbarossa il desiderio di ottener presto la città. Non poteva batterla colle macchine: perchè non era intorno levatura di sito ove collocarle. Era ad un trar di arco da una delle porte della città una torre fatta di viva pietra, detta Arco Romano, da' quattro archi che la reggevano, i quali si tenevano per opera dei Romani. Vi avevano i Milanesi locati a guardia un quaranta fanti, i quali speculavano dall'alto i moti dell'esercito nemico e ne rendevano consapevole la città. Federigo vi appuntò sopra gli occhi, riputandola assai opportuna a piantarvi macchine da lanciare, e di là tempestare la città. Recita Ricobaldo da Ferrara, che come mosse l'Imperadore a quella espugnazione, saltassero fuori i Milanesi con Uberto Conte di Sezza, ed appiccassero una accanita battaglia coi Tedeschi intorno alla torre «nella quale battaglia la moltitudine de' Barbari premea addosso ai Milanesi, i quali per propria salute e libertà disperatamente combatteano, vedendo sopra le mura le mogli, i figli suoi, che a' stupri degli Alemanni, ed a servitù della crudele nazione avevano a soggiacere»104. Otto dì si tennero forti quei quaranta pedoni, che difendevano la rocca, nè pareva che con arieti o altre batterie, potesse espugnarsi, cadendovi intorno molti degli assalitori.
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