Onesta e ragionevole orazione fu la sua: ed avvegnachè nell'assemblea strepitassero contro i libertini, la fame e la pestilenza dentro, la disperazione de' soccorsi al di fuori fece vincere il partito della pace, e s'incominciarono ad introdurre pratiche di accordo col Re di Boemia ed il Duca di Austria. Questi entrati mediatori tra l'Imperadore e la città, fu convenuto, che questa si arrendesse a patti, de' quali tale era la somma: Non turbassero i Milanesi il rilevamento di Como e di Lodi, non le molestassero più, e si tenessero dal raccogliere il fodro o altra tassa in tutto il loro territorio; non si mescolassero più de' loro affari, essendo libere città, come Milano, salve le ragioni ecclesiastiche, che aveva su di esse l'Arcivescovo e la chiesa di Milano; tutti dall'anno quindicesimo al settantesimo giurassero con leale animo fedeltà all'Imperadore; imperiale palagio in onor del medesimo a loro spese si edificasse in Milano; ad ammenda delle ingiurie arrecate all'Imperadore ed alla Imperadrice si lasciassero taglieggiare di nove mila marche di argento (cinque milioni di lire milanesi); restituissero tutti i prigionieri; rassegnassero nelle mani dell'Imperadore tutti i diritti di regalia, come di zecca, di viatico, ed altro; all'imperiale approvazione soggiacessero i Consoli eletti dalla città; consegnassero a sicurezza del trattato trecento ostaggi. Queste sole obbligazioni si addossava Federigo, cioè di usare modestamente la vittoria, perdonando ai vinti, e di sgombrare in tre dì coll'esercito dal loro paese.
| |
Boemia Duca Austria Imperadore Milanesi Como Lodi Milano Arcivescovo Milano Imperadore Milano Imperadore Imperadrice Imperadore Consoli Federigo
|