Fece Federigo consegnare alla scrittura tutto quel tesoro di signoria, che gli veniva messo nelle mani, e bandì due Costituzioni113. L'una toccava i Feudi: tolse ai possessori de' medesimi ogni facoltà di alienarli, e di lasciarli alle chiese; così pose modo alla potenza de' cherici: e sopra tutti i Feudi impresse il marchio del supremo dominio imperiale, escludendo ogni altro che potessero averne le città. L'altra su la confermazione della pace in Italia: salubre provvedimento, ove non fosse dall'esperienza dimostrato, che questo celeste benefizio sia dagl'indisciplinati Principi desiderato ed invocato, a non essere turbati nella infame guerra del dispotismo, con che sordamente conquassano i popoli. Queste due Costituzioni vennero ne' secoli appresso chiosate dai giureconsulti, e con tanto sforzo spremute, da cavarne anche l'impossibile a favore della potestà imperiale114. Vedremo come la pazza ambizione del Tedesco sancita dai legisti, e scritta nel nuovo codice con la punta dello scettro, si cancellasse con la punta delle spade, temperate nella terribile ragione de' popoli.
Erano accorsi moltissimi Italiani a quel parlamento, a chiedere giustizia l'un contro l'altro. Federigo vedendo la loro moltitudine, ebbe a dire, come gli recasse maraviglia trovar nel paese de' Legisti tanti trasgressori delle leggi. Non aveva torto. Ma in questo afferrò bene il destro a recare in atto quello che già credeva santificato dal diritto, cioè la finale distruzione de' Comuni Lombardi. Non potendo di persona prestare orecchio a tutti i querelanti, li divise per diocesi, ed a ciascuna diocesi deputò un giudice, che ascoltasse le parti, e le racconciasse secondo giustizia.
| |
Federigo Costituzioni Feudi Feudi Italia Principi Costituzioni Tedesco Italiani Legisti Comuni Lombardi
|