Dovevano questi a mezzo di una notte taciti e raccolti valicare l'Adda, ed investire la città dalla parte di tramontana, mentre i Milanesi l'avrebbero stretta da ponente: la presenza dell'Imperadore non avrebbe tenuto i Lodigiani in timore di assalti, e perciò poco guardinghi. Si mossero d'ambe le parti i collegati al tempo designato. Ma i Cremaschi, che credevano sorprendere le scolte, che guardavano il ponte sull'Adda, ebbero a combattere, per averne il passo. Lo che credo che levasse qualche rumore, pel contado, che giunto alla città, svegliasse i cittadini alla difesa. Imperocchè fatta dai due lati impressione sulla città, ne uscirono gli abitanti in armi, e dall'alba sino al mezzodì fu un accalorato conflitto con morte di molti, e poco vantaggio dei Milanesi, che chiamato a raccolta, si ritrassero di Lodi135.
Allora Federigo pensò rompere gl'indugi, ed incominciare ordinata la guerra contro Milano. Gli erano ai fianchi e lo affrettavano a farla Pavesi, Cremonesi, ed altri nemici di quella città; e tenuto con questi consiglio, venne a questo partito: si dividessero le forze per distrarre quelle di Milano: a questa osteggiasse l'Imperadore con altri Italiani; i Cremonesi andassero a porre l'assedio a Crema. Della qual cosa come appena ebbero lingua i Milanesi, incontanente spedirono in aiuto a questa loro fedelissima città un Console, Manfredo Dugnano, con quattrocento pedoni, tra' quali erano Obizo Matregnano, Oldrato Basilicapietro, Squarciaparte Busnato, Gaspare Menelozio, uomini di specchiata fama nelle armi; i nomi dei quali ho voluto quì recare, perchè erano deputati a nobilissimo fatto, che solo basterebbe ad onorare tutta una gente136.
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