I Pavesi che erano all'antiguardo primi dettero nelle milizie di Milano, che li accolsero con tanto valore da ributtarli indietro rotti e sanguinosi. Si misero sconsigliatamente i Milanesi a far bottino, tenendo in pugno la vittoria, mentre era a stare in armi con molta guardia di Federigo, il quale con fresche milizie velocemente accorreva. Stanchi dalla battaglia, impediti com'erano dal bottino, non potettero reggere all'impeto degl'imperiali, i quali strapparono loro di mano la vittoria, con ben quattrocento cavalieri, e trecento fanti prigionieri di guerra137, oltre agli uccisi.
Mentre queste cose avvenivano attorno a Milano i Cremonesi andati a porre l'assedio a Crema poco profittavano. Federigo si voleva togliere quello stecco degli occhi, e perchè i Cremaschi erano assai valorosa gente, e strettamente amici di Milano, e perchè parevagli che ne andasse dell'imperiale decoro, se non gastigava la loro audacia. Erasi egli ben rifornito di milizie; le città che gli si tenevano fedeli, non dubitavano, avrebbe di corto umiliata Milano; e perciò con molto fervore lo venivano aiutando, per entrargli sempre più nel cuore. Arrivava anche l'esercito di Germania e con questo la Imperadrice Beatrice, seconda donna del Barbarossa (avendo questi ripudiata la prima) la quale scendeva in Italia a partecipare de' trionfi del marito. Credeva Federigo, che disertato il contado a Milano e messo il giogo ai Cremaschi, porlo anche sul collo di quella città sarebbe stata opera non che da uomini ma da fanciulli.
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