Il quale crudelissimo partito fece vieppiù imbestiare il Tedesco; il quale fatta piantare a vista della città una moltitudine di forche, pensò nientemeno appendervi tutti gli statichi ed i prigionieri che aveva. Se non che presi più dall'orrore di quella mostruosa bestialità, che della pietà de' dannati a morte, gli caddero ai piedi molti Vescovi ed Abati, e con preghiere lo stornarono da quella carneficina: ma non in tanto, che ben nove di que' miserabili non ascendessero le preparate forche. Io non so come questi cherici si ravvolgessero in mezzo a quella sanguinosa gente, e fossero tenuti cherici dagli altri uomini141.
Mentre attorno a Crema avvenivano queste cose, i Milanesi con ogni maniera si adoperavano a distogliere Federigo dall'assedio di questa città, ed a procacciarsi forti sostegni, nulla parendo loro più certo, che colui, superata Crema, non tornasse ogni suo sforzo contro di essi. Tentarono il castello di Manerbio sul lago di Como, presidiato dai Tedeschi; ma soccorso a tempo, dovettero tornarsene colla peggio142. Non rimettevano però dall'accrescere sempre più le provvigioni della città; nel che venivano grandemente soccorsi dai Piacentini. I quali tenutisi fino ad ora apparentemente amici dell'Imperadore, con potettero tanto celatamente andare le amorevoli provvidenze verso Milano, che quegli alla perfine non se ne addasse, e li bandisse nemici dell'Impero143.
Ma fu veramente un salutevole partito quello che presero i Milanesi di voltarsi al Papa, per chiamarlo a parte dei loro pericoli, ed ove lo avessero consentito i Cieli, anche de' loro trionfi.
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