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      Imperocchè come se mai non fosse stato Cremasco, e non gli avanzasse più memoria della conseguita gloria per la difesa patria, si mise a indirizzare la sacrilega oppugnazione della medesima. Federigo lo accolse a braccia aperte, lo fornì di splendidi arnesi, e di un generoso cavallo146.
      Infatti con questo valentissimo ma svergognato ingegniere le cose incominciarono ad andar meglio a Barbarossa. Il mobile castello che quegli costruì ai danni della città, fu una terribile cosa. Imperciocchè tratto che fu ai piedi delle mura, spose e gittò su queste un ponte ben quaranta braccia lungo, largo sei, guarnito tutto di ferro, ed altri minori. I quali furono incontanente gremiti del fiore de' battaglieri tedeschi ed italiani, che andavano ad ultima fazione coi Cremaschi, certificati della vittoria. Fra quelli, molti Baroni ed il Duca Corrado fratello del Barbarossa. Andava innanzi sul ponte maggiore esso Duca cupidissimo di far prodezze, ed investì prima i Cremaschi, i quali attestatisi su le mura, l'accolsero in modo da fermargli l'andata, e da mettere paura tra la sua schiera, che non lo seguì dappresso. Poi spingendosi innanzi con la spada in pugno, lo ributtarono ferito dentro al castello. Allora fu un vessillifero che si spiccò d'un salto nella terra, sperando che gli altri lo seguissero: ma non bastò l'animo ad alcuno di imitarlo. La quale titubanza degl'imperiali accrebbe l'ardire de' Cremaschi, i quali mentre con lunghi rampini e graffi di ferro, come bestie di macello, si tiravano giù nella terra i Tedeschi, giuocarono così bene di petriere e di mangani, che intronarono tutto il gran castello, e ne ruppero il ponte.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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