Era uomo fatto a sedere sul primo seggio della terra, ed a resistere ad uno indisciplinato e potentissimo Imperadore, che si cacciava sotto i piedi ogni divina ed umana ragione.
Egli ben sapeva, che con costui le ammonizioni e le minacce avrebbero fatto nessun frutto: pure innanzi procedere alle pene, a conservare certa convenienza di modi, e a tentare innanzi la via della dolcezza, gli spedì due Legati con lettere, che non sono giunte fino a noi. Questi andarono a trovare Federigo appresso Crema, che teneva ancora in assedio. Il quale, caldo come era di sangue italiano, sparso alla bestiale, non solo non volle degnarsi di leggere le papali epistole, ma stando già in sull'appendere uomini alle forche, voleva appendervi anche i due Legati. Se non che frappostisi il Duca Guelfo, e quel di Sassonia, stornatolo dallo scellerato consiglio, con aspre e superbe parole ributtò indietro i messaggi.170
Ma poichè l'Antipapa Vittore e i suoi Cardinali satelliti andavano spargendo lettere intorno alla sua elezione tutte gravide di prette menzogne171, a rimuovere lo scandalo dei fedeli, Alessandro ne indirizzò una a Gerardo Vescovo di Bologna ed ai dottori di quella Università. Narra della sua creazione in Pontefice, sponendo tutte le circostanze di quel fatto, e la intrusione di Ottaviano; raccomanda alle preghiere di loro e dell'universa Chiesa la propria pochezza; li esorta e prega come buoni cattolici a serrarsi quasi muro inespugnabile attorno alla casa del Signore, e mantenersi in fede della sacrosanta madre Chiesa Romana, immobili nella sua unità, schivi delle sacrileghe scritture che mandava attorno l'empio Antipapa; e da ultimo bandisce già stretto del laccio di scomunica Ottaviano, lanciatagli per consiglio de' Cardinali alla presenza della cheresia, convocata in chiesa coi cerî spenti.
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