Laonde maravigliamo come stando noi tanto cordialmente in sull'amarlo, ed onorarne la dignitą, da lui Imperadore non sia reso a noi, anzi al B. Pietro, onore di sorte. Imperocchč nelle lettere che ci avete recate, trovando come si facesse adunator di Concilī, non č chi non vegga, essersi lui ben dilungato dalla consuetudine de' suoi antecessori, ed aver travalicato i confini della potestą sua con questo convocar di Concilio all'insaputa del Pontefice Romano, e col citarci a comparirgli innanzi quasi suo vassallo. Per fermo solo al B. Pietro, ed alla sacrosanta R. Chiesa fu tramandato da Cristo il privilegio di rivedere, giudicare, e finir le cause di tutte le chiese, e di non soggiacere ad altro giudice: privilegio, che in tanta varietą di casi ci č pervenuto a mano, caldo del sangue di molti martiri. Per la qual cosa a veder come questo venisse conculcato da colui, che aveva il debito di tutelarlo; a vedere queste lettere indirizzate alla santa madre Chiesa con tanta irriverenza di forme, che non si darebbero a villana persona, non potemmo nč dovemmo non sentircene trasecolati dalla maraviglia. Dal recarci poi all'imperiale curia per udir sentenze, siamo rattenuti dalla canonica tradizione, e dalla reverenda autoritą de' Padri. Che se ai Principi č vietato l'intromettersi nei negozi delle peculiari chiese, cessi Iddio che per nostra ignoranza o fiacchezza questa peste si appigli all'Imperadore, e che lasciamo andare schiava la Chiesa universale, gią ricompra del prezioso sangue di Cristo.
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