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      L'umana prudenza consigliava temporeggiare, e non venire alle brusche col Barbarossa. Ma Alessandro sapeva per divini documenti, un Papa non dover guardare ad uomini ed a tempi quando ne vada la giustizia e la libertà della Chiesa. Fece correre innanzi monitori e preghiere a tornare in buona via il Tedesco, e vedendo come non facessero frutto, anzi questi peggio perfidiasse nella scisma, nel dì della Cena del Signore, presenti Vescovi e Cardinali, gli gittò al collo il laccio della scomunica, come a principale persecutore della Chiesa di Dio; sciolse del giuramento tutti coloro che gli si erano obbligati; e ribadì l'anatema già lanciata ad Ottaviano coi suoi fautori. Allora sì che respirarono le città Lombarde, che volevano mantenersi libere. Federigo non era più per loro un Imperadore, ma un ministro del Diavolo183; i sagramenti, con cui si erano obbligati verso di lui, risoluti dal Papa, non più ritenevano i poveri di spirito, e lasciavano rifluire ne' petti de' forti libera la vita. Al contrario quelli che seguitavano la parte imperiale, presto o tardi dovevano vergognare della mala vista che davano come nemici di Dio e della Chiesa; e l'ira municipale doveva a poco a poco mortificarsi per conforto di Religione. Da questa salutevole scomunica del Barbarossa, più che da altra cagione, è a derivare quell'unito e stretto consenso delle città Lombarde, che ordirono la famosa Lega.
      Aiutava il santo e leale Pontefice a queste disposizioni degli animi italiani, adoperando un uomo, che a quei dì aveva fama di grande santità, e tenuto operatore di miracoli.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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