Era questi Pietro Arcivescovo di Tarantasia. Costui Borgognone di patria, monaco dell'ordine di Cistello, poi Arcivescovo di Tarantasia, fu il solo negli stati di Federigo che con vera libertà vangelica a fronte levata si opponesse alla scisma. Andava per le vicine province predicando il vero Papa, e stornando gli scismatici dal tener dietro a Vittore. Federigo non osava toccarlo, perchè santo, anzi dovette sostenerne in silenzio le aspre rampogne in Besanzone, e gli avvertimenti a cessare dalle persecuzioni contra i cattolici. Alessandro risaputo del suo zelo, se lo fece venire in corte; e trovatolo opportuno alle cose d'Italia, lo spedì predicatore per le città di Toscana e di Lombardia. Egli egregiamente adempiè la ricevuta deputazione. Entrava nelle città seguito da molto popolo tratto dalla venerazione che gli portava, e dalla notizia de' miracoli che operava. Con accese parole racconsolava i perseguitati cattolici, raffermava i dubbiosi, tuonava come un profeta contro i partigiani dell'Antipapa184. Mescolati i negozî della ecclesiastica e civile libertà, non è a dire che bei frutti recasse la predicazione di questo santo, sollevando le menti del popolo all'idea della religione. Anzi pareva che i Cieli favorissero questa popolare educazione, conducendo a quei dì ad una terribile fine Arnoldo Arcivescovo di Magonza. Pensando a que' tempi, non è difficile lo immaginare come e quanto fortemente scuotesse le menti del popolo quello che verrò contando.
Il conciliabolo di Pavia non erasi chiuso con tanta tranquillità di atti da non attrarre l'attenzione degl'Italiani.
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