Abbandonarono il cadavere insepolto ai cani ed ai lupi, che lo guastarono coi denti. A capo a tre dì trovatolo alcune femmine già mezzo putrefatto, lo spogliarono di ogni arnese, e gli ruppero i denti coi sassi. Finalmente di soppiatto alcuni canonici lo vennero a prendere e gli dettero oscura sepoltura. Questa orribile fine a cui condussero gl'imbestiati Magontini il loro Arcivescovo non poteva non prendere a que' tempi (come forse sarà stato) le sembianze di gastigo divino contro un Pastore, che aveva venduta l'anima e la Chiesa alla grazia di Cesare. Questi eran fatti di tal natura che meglio di qualunque altro si facevano via alla notizia de' popoli, perchè i preti ed i monaci, ch'erano molti, se ne impossessarono, e dalla loro bocca li riceveva il rimanente degli uomini. E forse di quella tragedia dovette far capitale quel santo predicatore Pietro di Tarantasia. Adunque per umani e celesti argomenti i Lombardi riconobbero in Alessandro non solo un Papa, ma quasi un messo da Dio alla liberazione della loro patria. Vedremo come in tutta la guerra che sostennero contra Barbarossa la Religione non che si mescolasse, ma tutto informasse gli sforzi de' generosi Lombardi.
Alessandro era entrato con tutta l'anima nelle loro cose. Tra i molti Legati da lui spediti a cessare quella peste della scisma, fu Giovanni Cardinale, che indirizzò a Milano. Costui trovò l'Arcivescovo di questa città Oberto (rivenuto in senno dopo la invereconda prostituzione fatta a Cesare nel parlamento di Roncaglia della dignità propria, e come Arcivescovo e come Italiano) e tutta la cheresia benissimo disposto nella fede al legittimo Papa ed alla patria.
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