Nelle quali distrette si avvisarono i Milanesi, temendo esser colti separati dagli altri, adunare in quella valle tutte le milizie che tenevano il campo a Paravicino ed Erba. Questo appunto bramava Federigo per affamarli: imperocchè chiuse le vie con ogni maniera d'impedimenti, e guardarti gelosamente i traghetti donde potevano venire rinfreschi di vettovaglie, in poco di tempo l'esercito Milanese si trovò in tanta disperazione di provvigioni, che a non morir della fame, dovevasi aprire lo scampo colla forza.
Tenevano il supremo indirizzo delle cose nel campo Milanese quattro sacerdoti, i quali colla loro presenza tenevano levati gli spiriti, già tutto fuoco per la patria, al pensiero di Dio, per cui combattevano quelle. Lo stesso Arcivescovo Oberto Pirovano, l'Arciprete di Milano Cardano, Caldino Sala Archidiacono, Algisio Pirovano Cimiliarca. Questi vedendo a che disperato termine si trovassero, tolto il consiglio, fermarono, doversi solo nella virtù della mano procacciare salute, confidarsi tutti nella fortezza dei loro animi, col ferro sgomberarsi la via. Così dissero e fecero. Tutti si votarono a morte a non contaminare con turpe dedizione il loro nome e la dignità della nobilissima patria. Tutta la notte si passò in veglia ad apparecchiare le armi e quanto fosse mestieri alla battaglia che erano per appiccare, ed a preparare le anime, che erano per rendere a Dio, con ogni argomento di Religione. Nel che prestavano una calda e pietosa opera Oberto e gli altri sacerdoti. Oh che notte fu quella! io l'avrei voluta sfolgorata da mille soli!
| |
Milanesi Paravicino Erba Federigo Milanese Milanese Dio Arcivescovo Oberto Pirovano Arciprete Milano Cardano Caldino Sala Archidiacono Algisio Pirovano Cimiliarca Dio Religione Oberto
|