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      O stanche o sbaragliate le milizie, gli si rannodavano intorno a prender lena. La caduta del Carroccio in man del nemico era un perdere al tutto la battaglia. Alla guardia del Carroccio era sempre deputato alcun personaggio riputatissimo per chiarità di natali e di valore; il quale, perchè nulla mancasse a renderlo reverendo anche alla vista, era provveduto dal comune di grasso stipendio, di splendida armadura, e di un aureo cinto. Pendeva dai suoi cenni una compagnia di soldati, che era il fiore dell'esercito, e otto trombettieri vestiti del colore del Carroccio, che davano il segno della battaglia. Adunque il Carroccio non era solamente una materiale insegna che serviva a condurre le milizie, ma era una morale rappresentazione della patria, che quasi viva e seguita dalle più sante affezioni di Dio e di famiglia, sorreggeva i battaglianti a fronte del nemico191.
      Lasciati i Milanesi buona mano di fanti negli alloggiamenti, perchè li guarentissero da qualche improvviso assalto di quei di Carcano, e stessero alle riscosse dell'esercito, uscirono animosi alla battaglia. Andarono innanzi i stracorridori a pungere l'inimico per tirarlo fuori; seguivano ben serrati i regolari. I quali come si videro a petto dell'oste imperiale, le si avventarono a slancio, e tennero per lunga pezza una sanguinosa battaglia. Or qua or là pareva che inchinasse la fortuna. Ma la strage ad ora ad ora cresceva ove combatteva Federigo, il quale con tanto impeto ruppe le ordinanze milanesi, che si trovò trascorso fino al Carroccio, di cui fugò i custodi, sciolse i buoi che lo traevano, spiantò la bandiera, e lo precipitò in un fosso.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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