E nel dì di Pasqua alla gran messa si fece porre sul capo la corona di ferro, insieme alla sua Beatrice: cerimonia che questi Augusti usavano rinnovare al riportar che facevano di qualche segnalata vittoria, o di altro fausto avvenimento. Dopo la messa tenne l'Imperadore un lauto banchetto, cui fè sedere i Vescovi ed i grandi feudatari di Lombardia. Egli vi si assise colla corona, i Vescovi colle mitere. Fra questi non si vedeva Pietro V Vescovo di Pavia, nel palagio del quale si banchettava; esulava a que' dì, per la fede incorrotta al legittimo Papa222. Questo solo pensiero avrebbe dovuto far venire la vergogna in faccia di que' prelati; ma essi libavano alla tirannide forestiera, alla servitù della patria, alla mestizia della Chiesa, alla propria infamia223.
Volle il Barbarossa tramandare ai posteri con altra e più duratura maniera la sua vittoria, aggiugnendo nelle sue scritture l'epoca del eccidio milanese - Post destructionem Mediolani - quasi che da quel tempo incominciasse a tenersi vero signore de' Lombardi224. Ma scorsi pochi anni, anche i Milanesi trovarono una nuova epoca a segnare nelle loro carte. Imperocchè trovo che interrogato in un processo del 1211 certo Giovanni abitante in Podasco presso la Badia milanese di Chiaravalle, quanti anni di vita si avesse, e non sapendolo il buon uomo, rispondesse - Io nacqui ai Borghi (cioè a quelli che poi assegnò Federigo ai Milanesi) ma in qual tempo non so - Interrogato di quanti anni ritenesse memoria, rispose - Di trentasei anni: ed il primo fatto di che mi avanza memoria, si è la Rotta di Legnano225 - E l'anno di quella famosa vittoria dovette segnarsi nella scrittura.
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