Non furono più Consoli; e quelli che Cremona, Parma e Lodi per imperiale clemenza ritennero, appunto perchè concessi, veri Consoli non furono.
Lo strepito delle imperiali vendette aveva levato gravi timori anche in Genova, ed il desiderio di acconciarsi con Federigo. Ma questa Repubblica avvegnachè non istesse al coperto delle ambizioni cesaree, tuttavolta era in tale opportunità di condizioni, e per ricchezze e per la potenza che stendeva sul mare, da tenere in rispetto anzi che temere un Imperadore, che ravvolgersi poteva in Italia, stare non mai. Per la qual cosa i Genovesi chiamati che furono in Pavia da Federigo, consapevoli di quello che li rendeva sicuri, e con cui potevano vantaggiosamente negoziare, si profferirono obbedienti, ma non vassalli. Non promisero abbattimenti di mura, non cessione di Regalie, non accoglienze d'imperiali Podestà, bensì aiuti alla spedizione contro il Re di Sicilia. Queste promesse indorarono nel capo del Tedesco i sogni che faceva di novelle conquiste: e tra perchè con Genova non poteva tenersi tanto su le dure, e perchè veramente desiderava aiuti di mare, allargò il seno agl'imperiali favori verso i Genovesi: concesse loro addì 5 Giugno un diploma (ed in questo azzeccò la prima volta la data della distruzione di Milano) con cui tenendosi già padrone di Sicilia, donava loro in feudo la città di Siracusa, ed in ogni città marittima una intera contrada pe' mercatanti, una chiesa, un fondaco, un bagno, un forno227. Sicilia non era nè fu conquistata.
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