Discese costui nell'Agosto in Italia; conduceva seco la Imperadrice, molti Baroni, non punto milizie; perchè l'Italia era doma e piangeva. Venne a raggiungerlo l'Antipapa Vittore dopo quattro dì. Abborrito il Barbarossa per nefanda tirannide, schivato come scismatico, e mantenitore di scisma, volle dare al popolo uno di quegli spettacoli, ne' quali spesso fan da attori i Principi, per apparire quello che non sono. Trattavasi di trasportare il corpo di S. Bassiano da Lodi vecchio a Lodi nuovo. Federigo, l'Antipapa, il Patriarca d'Aquileia; l'Abate di Cluny, ed altri Vescovi devotamente si accollarono la cassa delle sante reliquie. Così tutto intenerito di quella pietosa traslazione, giunto in Pavia, il Barbarossa vendè Tortona ai Pavesi. Insaccò molta moneta, infame prezzo della licenza conceduta a questi di inabbissare quella risorgente città, di cui non rimase in piedi palmo di vivo; mura e case tutto in un fascio abbattute. Questo, la Dio mercè, fu l'ultimo sfogo delle municipali vendette, che dettero luogo ad altre, ma santissime, perchè di tutta una gente contro la tedesca rabbia238.
Muoveva Federigo di Pavia a Monza nel terzo dì di Dicembre. Doveva dare pel Borgo di Vingentino. I Milanesi lo seppero, e si fecero trovare al vegnente Augusto lungo la via con tali modi e parole, che ad impietosire le belve sarebbero state anche troppe. Era una oscura notte invernale; un diluvio di pioggia dal cielo. Uomini e donne, vecchi, fanciulli stavan tutti all'aperto a ginocchio piegato nel loto innanzi all'Imperadore.
| |
Agosto Italia Imperadrice Baroni Italia Antipapa Vittore Barbarossa Principi S. Bassiano Lodi Lodi Antipapa Patriarca Aquileia Abate Cluny Vescovi Pavia Barbarossa Tortona Pavesi Dio Federigo Pavia Monza Dicembre Borgo Vingentino Milanesi Augusto Imperadore
|