Morì povero, perchè vissuto di rapine. Le sacre suppellettili, ed alcuni cavalli, fu tutto quel che lasciasse. Federigo, che gli aveva fatte le spese assai sottili, anche di questa roba s'impadronì240.
Come costui riseppe di questa morte, stette alquanto in ponte sul da farsi, e con lui i due superstiti Cardinali scismatici Giovanni di S. Martino, e Guido da Crema. Questi temevano sommettersi ad Alessandro; non avevano più fiducia nella scisma. Tuttavolta vinse l'ambizione di Guido, che fu gridato Papa col nome di Pasquale III dai pochi scismatici accorsi di Germania, e ragranellati nell'Italia. Federigo accorse anche egli a puntellare il seggio del nuovo Antipapa. Giurò volerlo sostenere a petto di Alessandro, e trascinò molti in quel giuramento241.
Questa bestiale protervia nel prolungare la lagrimevole divisione nella Chiesa di Dio, dietro la quale pensavasi potere impunemente divorare la misera Italia, era un pestilenziale morbo, che si travasava in tutti i suoi ministri che governavano il bel paese. Questi affondavano ogni dì più l'artiglio nella preda. Il Vescovo di Liegi Podestà dei Milanesi, che li reggeva per vicarî, passò di questa vita in Pavia. Federigo gli dette un pessimo successore nella podesteria, Marquardo di Crumbach. Costui era proprio l'uomo del suo cuore. Sfrenato più degli altri nella scellerata avarizia, maestro nel trovar modi onde saziarla, se pure sia questa una sete che si acqueti in un Tedesco. Si dette a vedere al popolo in Noceto; ed il popolo per renderselo benigno, lo presentò con una coppa di argento con entro quattordici lire imperiali.
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