Amendue di conserva presero alto mare; non furono benigni i venti; non mancarono tristi, (ed erano Italiani) che vennero a turbarne il corso. Il mare fortuneggiò; i Pisani che avevano comprata la Sardegna da Federigo con tredici mila lire263, osarono affrontare le due navi. Ma i Cieli le vegliavano; e senza altro nocumento, a mar sicuro vennero a dar fondo nel porto di Messina.
Un Papa che tornava dall'esiglio, e che recava in grembo i destini di tutta l'Italia, era cosa di cielo pel popolo; pel Re Guglielmo fu anche cosa di stato. Egli respirava al papale avvento, poichè già gli pareva udire in casa lo strepito dell'esercito che adunava in Germania Federigo. Non era che Alessandro, il quale potesse contrapporsi alle venture ire tedesche: perciò come a liberatore gli spedì ambasciadori con ricchi presenti ad inchinarlo. Destinò l'Arcivescovo di Reggio, ed altri Baroni ad onorarlo in sua vece con solenni accoglienze. Mise agli ordini del Papa una galea con vele e pennoncelli di color di porpora, quattro altre assegnò ai Cardinali ed ai Vescovi264; e con queste veleggiarono per Ostia. Vi giunse il Pontefice a dì 25 di Novembre; vi pernottò: il dì appresso il Senato e una gran moltitudine di cherici e di popolo gli vennero incontro a prestargli ogni maniera di ossequio e di obbedienza, e con rami di ulivo nelle mani lo condussero trionfalmente a porta Lateranese. Eravi in ricchi arnesi e con bella ordinanza tutto il clero, che presolo in mezzo, fra canti e suoni di gioia lo accompagnarono al suo palagio di Laterano con tanta festa, che la simile non fu fatta ad altro Pontefice265.
| |
Italiani Pisani Sardegna Federigo Cieli Messina Papa Italia Re Guglielmo Germania Federigo Alessandro Arcivescovo Reggio Baroni Papa Cardinali Vescovi Ostia Pontefice Novembre Senato Lateranese Laterano Pontefice
|