Al parlamento di Lodi gli ambasciadori Pisani e Genovesi fecero un grande schiamazzo innanzi al suo tribunale. Quelli lamentavano e chiedevano giustizia, perchè Genova si aveva fatti tributarî i due Giudicati di Arborea e di Cagliari in Sardegna; questi, perchè Pisa voleva far sua la Sardegna, la quale Genova aveva col conquisto tolta al Re Musetto. Pisa era più imperiale di Genova, e meno potente di questa; perciò Federigo dolcemente sentenziò a favore de' Pisani; e perchè i Genovesi avessero più da pensare in casa propria, mise loro alle coste Guglielmo Marchese di Monferrato, il quale per tedesco aiuto aveva spogliata la loro Repubblica delle castella di Palodi e di Otaggi, e più voleva277. Così Federigo esaltava Pisa con incerti favori, per averla alleata contro Sicilia; abbassava Genova, che poteva aiutare ai Lombardi, ed impinguava sempre più quel potentissimo suo cagnotto del Marchese.
Procedette coll'esercito a Pavia, e vi solennizzò il Natale; quindi campeggiò Bologna. Egli stava in ponte della sua fede, e ne aveva ben donde. La memoria del Podestà tedesco balestrato fuori per le finestre del palagio comunale, e della impertinente risorrezione de' Consoli era fresca. Ne guastò tutto il contado: e la città si ricomprò dal bando imperiale con sei mila lire Lucchesi, e con determinato numero di ostaggi, che furono mandati alle prigioni di Pavia. Tutto l'Esarcato di Ravenna andò subbissato dall'esercito tedesco; il quale fino ai 24 di Giugno si alloggiò per le campagne di Faenza e Forlì278. Mentre campeggiava l'esercito, Rinaldo eletto Arcivescovo di Colonia gli apriva le vie con alcune milizie.
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