Vedeva dal Lateranese palagio il tedesco nugolo Alessandro, ma non gli falliva il fortissimo spirito. De' Romani non poteva fare molto capitale; i regî non apparivano; confidava ne' Frangipani e ne' Pierleoni magnati di numerosa clientela. Spiava dall'alto il Barbarossa ove avesse potuto fare la prima impressione sulla cittā; e su la Rocca S>. Angelo e la Basilica Vaticana appuntō gli occhi, forse pensandosi trovarsi in quella od in questa il Pontefice. Discese il dė appresso un grosso stuolo di soldati, e venne a tentare S. Angelo. Vi erano dentro le guardie del papale corpo, che chiamavano Masnada; le quali al primo assalto che dič loro il Tedesco, opposero tale un nerbo di resistenza, che quegli con molto danno se ne ritrasse. S. Angelo non si voleva rendere, e Federigo piegō lo sforzo contro S. Pietro.
La Basilica Vaticana a quei tempi tanto fortunevoli era munitissima come castello. V'era dentro chi sapea difenderla, e nessun frutto facevano gli assalitori che la battevano. Federigo che non era preparato a tanta resistenza, come lo consigliarono le interne furie, non rattenuto dalla santitā del sito, non dalla riverenza del Principe degli Apostoli, dič mano al fuoco, che fece appiccare alle venerande mura. Arsero queste di sacrilego incendio: e in poco d'ora divorata dalle fiamme la vicina chiesa di S. Maria in Torre colle sue porte di bronzo, ed i vicini portici, i difensori temendo il finale eccidio di quella sacratissima sede della cristiana religione, la lasciarono nelle sozze mani del Tedesco.
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