Federigo v'intruse il suo Pasquale, che tra i sacrileghi riti, lo incoronò colla Beatrice284.
Alla vista di quelle fiamme si ritraeva Alessandro dal Laterano alle affortificate case de' Frangipani, indi insiem con questi si rinserrò nel Colosseo. Sicurissimo rifugio, guardando alla solenne fortezza delle mura; opportunissimo ad associare i destini di un tribolato Pontefice, a quelli di tutta la Chiesa, che in quel ricinto pugnò, e vinse colla virtù dei Martiri il furore di altri Cesari. Orsi e leoni a quei primi tempi; Tedeschi dopo. Colà chiuso coi Vescovi ed i Cardinali deliberava, provvedeva l'animoso Alessandro ai bisogni della Chiesa e dell'Italia, quando eccoti venir rimontando il Tevere due galee di Sicilia, ed arrestar le prue presso la Basilica di S. Paolo. Le spediva celeramenle Guglielmo con un grande tesoro al Pontefice, perchè avesse uno scampo nelle crudeli distrette in che si trovava. Ottone de' Frangipani recò la consolante novella al Papa, e con questa i capi delle galee, i quali deposero ai suoi piedi l'oro che gli mandava Guglielmo. Riferì grazie Alessandro al devoto Principe, che lo veniva tanto opportunamente soccorrendo; gli rimandò le galee, perchè non pensava ancora alla fuga, accettò il dono, perchè nulla valeva tanto a rattenergli amici i Romani, quanto il danaio. Ne diè parte ai Frangipani, ed ai Pierleonì per confortarli a difenderlo; parte dispensò alle guardie delle varie porte.
I Romani duravano ancora nel proposito di non darla vinta a Federigo, il quale un dì più che l'altro toccava delle dolorose percosse.
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