Ma specialmente Papa Alessandro rincoravali, perchè opportunamente rispondeva coi Concili al congresso di Pontida. In questa Badia si apparecchiarono i mezzi umani a rompere le vergognose catene, in Roma con argomenti sovrumani, ma molto accessibili dalla mente de' popoli, si spezzavano. Aveva il Pontefice colpito di scomunica il Barbarossa fin dall'anno 1160 a cagione dell'Antipapa Vittore che sosteneva. Avevalo ammonito, aspettato a penitenza: sempre in peggio. Ora vedendo come non rifiniva dall'attizzare la scisma con nuovi Antipapi, dall'opprimere la Lombardia, e finalmente vedendoselo già vicino coll'esercito perfidiare nel bestiale proposito, mise mano agli estremi gastighi. Assembrò un Concilio in Laterano. Nulla ci tramandarono gli antichi del numero de' Vescovi, e degli atti; sappiamo bensì, che in quel convento Alessandro levò alto la voce sul capo del dissennato Imperadore. Lo sentenziò scaduto della regia dignità; sciolse gl'Italiani dal giuramento di soggiacergli; gli ribadì l'anatema, e gl'imprecò dal Cielo, che gli fallisse sempre la vittoria nelle guerre co' Cristiani, fino a che pentito, non fosse ritornato in ufficio302. Furono queste veramente parole profetiche: la peste divorò l'esercito tedesco; Federigo toccò poi ignominiose sconfitte; e l'Italia da serva che era gli balzò innanzi minacciosa e libera. La papale sentenza fu un tuono che risvegliò le Lombarde contrade: il Cielo si manifestava propizio; per bocca del Pontefice il giuramento di Pontida era santificato, e l'altare della patria addiveniva quello di Dio.
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