Tutta la prosperità che incontrarono poi i Lombardi non mosse che dal Lateranense Concilio303.
Intanto si piangeva nelle milanesi borgate. Il Podestà aveva saputo de' colloqui e de' giuramenti di Pontida: infuriava; chiese ostaggi cento militi, impose una nuova taglia di cinquecento lire imperiali, spazio ventiquattro ore a pagarla; spirato quel tempo, minacciava venire colle milizie di Pavia, del Seprio e della Martesana a subbissare i loro borghi. I Milanesi raggirarono così bene con parole il capo al Tedesco, che nè gli statichi, nè le lire ebbe mai. Ha uno grande spavento s'era messo nel popolo inerme, senza un riparo, minacciato da vicine e nimicissime città, con un Tedesco sul collo. I rifuggiti in Pavia erano avvisati dagli ospiti: una grande sciagura sovrastargli; al sangue ed al fuoco anelare il Podestà; stessero in guardia. Da Pavia ai borghi correvano le sinistre voci, e costernavano le menti per vicino esterminio. Molti cercavano la salvezza colla fuga, riparando sè e le cose più care per le città di Como, di Novara, di Lodi. I restati si commisero a Dio. Specialmente ne' borghi di Noceto e di Vigentino fu per molti dì un piangere ed un sospirare continuo. Nissuno più si ardiva riposare su i letti; di notte e di giorno era un tenersi all'erta con questo grido - Ecco i Pavesi, che ci appiccano il fuoco304 -
Ma questo fu l'ultimo grido che levarono dal servaggio que' conculcati. Morti che si tenevano, furono repentinamente salvati. Il giuramento di Pontida era scolpito ne' cuori, e ne' cuori non fallisce la vita.
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