Mossero tosto le milizie di Milano, di Bergamo alla espugnazione del castello di Trezzo, locato tra queste due città: Federigo vi teneva dentro un gran tesoro. Era munitissimo di ottime mura: sorgevagli in mezzo il maschio di una rocca, che recava maraviglia per la sua fortezza. Un Ruino procuratore imperiale in quelle parti eravisi introdotto con una mano di Tedeschi e di Lombardi, e si mostrava deliberato ad ostinata difesa. Gittato un ponte sull'Adda i collegati, sull'opposta ripa apparecchiarono i consueti mangani e catapulte a battere la terra. La investirono, ma con poco frutto, sendo inespugnabili le mura. La fame costrinse il Ruino ad arrendersi. I terrazzani furono lasciati andar liberi, prigioni i Tedeschi con pochi Lombardi, ed il tesoro di Federigo recato ai Milano. Trezzo fu spianato e consumato dal fuoco.
Non furono in quell'anno 1167 altre fazioni, bensì pratiche fervidissime ad accrescere il numero de' collegati. Ed io mi penso che le novelle dell'esercito tedesco divorato dal male delle maremme affrettasse la riunione di molte città. Già eransi accostate alla Lega di Pontida, e forse fin da principio, le città federali della Marca Veronese, trovandole nominate ne' patti della resa di Lodi; e oltre a queste, Piacenza, Parma; Ferrara: Bologna, di fresco taglieggiata e con trenta de' suoi cittadini statichi in mano di Federigo, non appena questi ritrasse l'esercito dal suo territorio, diè il commiato al Podestà, tornò ai Consoli, e venne ad ingrossare la Lega309.
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