Ne lasciò trenta in Biandrate; poi gittatosi, sempre fuggendo per paura or qua or là, nel Monferrato, altri ne andò seminando nelle rocche del Marchese. Voleva riparare in Borgogna: gli era mestieri che Alberto Conte di Morienna gli concedesse il passo per la sua Savoia. Umilmente fè pregarlo di tanto favore dal Marchese, che gli era parente, promettendogli colla restituzione di quanto gli aveva tolto, mari e mondi, e grazia sempiterna320. Pare che il Conte spoglio da Federigo di molte città per la sua adesione a Papa Alessandro321, avesse pensato alcun tempo su quelle promesse; poichè il Marchese non una, ma molte pratiche ebbe a tener con lui per persuaderlo322. Pensi il lettore qual'animo fosse quello di Federigo, canonizzato dai legisti a Roncaglia padrone del mondo, ora a mani giunte supplicare un Conte, che gli concedesse una scappatoia per le sue terre a campar la vita. Come Dio volle, l'ottenne. Trenta soli cavalieri lo accompagnavano, eppure non voleva lasciare gli ostaggi. Ne fece strozzare uno a S. Ambrogio tra Torino e Susa; era un nobile Bresciano incolpato di essersi mescolato nelle cose della Lega323. Del qual furore lo sanarono quelli di Susa; i quali si fecero trovare in armi, e l'obbligarono a lasciare tutti gli ostaggi Italiani. Allora Federigo trovando pericoloso anche il comparire Imperadore, intimorito da una congiura di Susani che lo volevano uccidere, se è a prestare fede ad Ottone da S. Biagio, tolse le vesti ed i modi di un famiglio che andasse in procaccio di ospizio per un gran signore; e così sconosciuto per alpestri e solinghi traghetti guadagnò la Borgogna.
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