Alcune cittā tenevano i propri Stratichi, e si reggevano alla Greca; altre gli Alcadi alla Moresca, e va dicendo. Il perchč chi era Re di Sicilia a que' tempi poteva con poca forza ripellere l'Imperadore, che avesse voluto togliergli la corona. Gl'interessi della regia casa non potevano mescolarsi con quelli di un popolo cosė stranamente raccozzato in mezzo alle insidie degl'indisciplinati Baroni. Aggiungi, che sebbene quel reame di Sicilia fosse stato tutta fattura papale per religione d'investiture, pure nč i Re si addormivano nella fiducia de' Papi, nč questi nella loro. Quando tempestava Barbarossa, Alessandro e Guglielmo erano amici; comune il pericolo; comune la difesa. Ma la certezza, che, abbonacciati i tempi, le consuete scontentezze d'investiente e d'investito sarebbero rinate, li rendeva cauti anche nella necessaria amicizia.
Le Repubbliche marittime non avevano a pezza un millesimo di quella spirituale virtų delle Lombarde, che tanto vigorosamente lottavano contro l'Impero. Erano meno vulnerabili; e per quel focoso amor dell'oro che mette il trafficare in lontani paesi, avevano a mo' di dire lo spirito in un consorzio troppo scandaloso colla materia. Perciō se a generosa impresa intendevano, di corto ne venivano sviate, o per qualche scoglio che perdevano, scala opportuna al lor commercio, o per qualche novella occasione di guadagno. La patria amavano i Veneziani, i Genovesi, i Pisani; ma quel pensiero tanto casto della patria non evaporava dalle fiamme di una santa ira che divampava al cospetto di abbominevole servaggio, ma dalle cupidigie delle ricchezze.
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