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      Peraltro era ben poderoso il presidio che vi avevano messo dentro i Rettori della Lega, composto delle taglie de' fanti e cavalieri, che ciascuna terra federata aveva fornito. Le piogge che si erano messe assai stemperate, l'ingrossare de' fiumi, per cui fu molto indugiato il cammino dell'esercito, ed appariva impossibile il campeggiare le loro terre, li chiarì del favore celeste: Dio e la patria li sorreggeva.
      Piantate le macchine a riguardo de' bastioni, come era più a battagliare con gli uomini, che con le mura, Federigo lanciò i suoi all'assalto, sperando entrare nella terra col vivo della forza; ma trovò un duro scontro. Gli Alessandrini lo aspettarono a piè fermo, e ne seguì un feroce conflitto. Furono ributtati i Tedeschi con tanto impeto, che non giunsero a salvare le macchine da battere prese dagli assediati, i quali vennero fuori inseguendoli fino agli alloggiamenti.
      Questa prima fazione come accrebbe a dismisura gli spiriti agli Alessandrini, sospinse ad incredibili furori il Barbarossa, che si vedeva così spuntato l'imperiale orgoglio da una cittaduzza, che non aveva pure palmo di muro che la coprisse. Entrava il verno; il suolo per le piogge e il traripare del Tanaro era tutto una palude. Infermavano i soldati; mancavano i foraggi; vacillava la costanza dei capitani. Questi furono attorno a Federigo, pregandolo con molte e vere ragioni a ristare da quello assedio, tramandandolo a tempo più propizio, ed a salvare l'esercito, che senza frutto e gloria sarebbe stato presso che distrutto al cospetto di quella vil terricciuola.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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