Se tanto chiedevano i Lombardi, immagini il lettore quali condizioni ponesse Federigo alla pace. Egli non la voleva: e poi non era ancora giunto il tempo di rinnegare il vangelo cesareo che scrissero i dottori a Roncaglia. Non volle punto condiscendere a que' patti, nè volle lasciar briciolo della signoria sui Lombardi. Anzi i Vescovi d'Ostia e di Porto con Guglielmo Cardinale prete di S. Pietro in Vinculis Legati papali, non potettero da lui ottenere pur la speranza del suo ritorno alla Chiesa. Così le cose rimasero là dove si trovavano; nulla guadagnarono i Lombardi, molto Federigo; io dico il tempo a ristorare l'esercito372.
1176 Entrava il settantesimo sesto anno del secolo di perpetuale memoria, nel quale tali cose avvennero, che il ricordarle in questa italiana patria con religione di cerimonie sarebbe santo e salubre provvedimento. Imperocchè come quelle della Chiesa riscaldano l'animo dell'amore della patria che è ne' Cieli, così queste conforterebbero ad amare la patria, che con maternale carità ci vezzeggia nell'infanzia, ci nutrica nella giovinezza, ci avvalora e fiorisce di memorie la cagionevole vecchiaia.
Io mi avvicino alle italiane Termopoli, dico a Legnano. Rotto ogni trattato di pace, i Rettori della Lega con molta alacrità di spirito agitavano nei parlamenti le opportune provvidenze alla guerra imminente. Nel gennaio in Piacenza i Rettori di Milano, Brescia, Piacenza, Verona, Padova, Modena, Mantova e Parma assembrati presero ottimi consigli ad assicurare la cosa pubblica, perchè il reggimento della medesima non balenasse in quella difficoltà di tempi.
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