Il pessimo tempo indugiò la partenza; il dì 9 di Marzo sciolsero le galee dalle coste di Puglia. Ben undici erano che formavano il pontificale corteo. Toccata Zara, addì 20 dello stesso mese giunsero a Venezia. Vi discese Alessandro con cinque Cardinali, e prese stanza nel monastero di S. Niccolò al Lido. Il dì appresso Sebastiano Ziani Doge co' Patriarchi di Aquileia e di Grado co' loro Vescovi suffraganei e grande moltitudine di popolo, vennero a levarlo e condurlo con molta festa e riverenza nella basilica di S. Marco; ove il Papa orò e benedisse al popolo. Non mi domandi il lettore, che accorrere di cherici e di laici si facesse a Venezia a que' dì per vedere Alessandro, nelle mani di cui si adunavano i destini della Chiesa e di tutta Italia.
Ma mentre pareva che la cosa andasse a buon porto, arrestossi per una discordia nata intorno al luogo del Congresso. Bologna destinata a quel parlamento non piaceva più agl'imperiali. Erano troppo fresche le percosse che le aveva arrecate l'Arcivescovo Cristiano. Per la qual cosa Federigo spedì Wicmanno Arcivescovo di Brandeburgo e Corrado eletto di Wormazia ad Alessandro in Venezia a persuaderlo, perchè si tenesse il congresso in città meno ostile all'Impero, di quel che era Bologna. Ai Legati rispondeva il Pontefice con molta energia, quella città essere stata scelta per consentimento suo, de' Lombardi e dell'Imperadore; andare altrove a trattar della pace non esser partito che poteva prendere senza il piacere de' Lombardi. Egli andava cauto a non dilungarsi da loro in tempo, in cui le gelosie potevano malamente guastar la cosa.
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