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      Se volesse star contento l'Imperadore a quello che prestarono i loro avi all'altro Errico, a Corrado, a Lotario ed a lui, non dubitasse della loro devozione. Se neppur questo piacessegli, accettasse almeno il trattato di pace composto da' Consoli di Cremona». Fu prodotta la scritta di questi capitoli: per molti dì vi esercitarono sopra ambe le parte gli animi discordi. I Tedeschi intristivano nella mala interpretazione, ostavano i Lombardi; e sebbene imperiali fossero i Cremonesi, il loro giudizio non bastò a contenere le esorbitanze de' cesarei. Per la quale cosa fu mestieri ricorrere alla sentenza del Pontefice.
      Alessandro trovossi in un mal passo. Pericolava il negozio della pace al primo agitarlo, per la superbia di Barbarossa a non cedere quelli che chiamava diritti, e la baldanza de' Lombardi a non lasciarsi sfuggire un fatto consecrato dalla vittoria. Il Papa trovavasi tra Legnano e Roncaglia, a mo' di dire, cioè, tra un popolo francato per lo inestimabile prezzo del proprio sangue, ed uno Imperadore che voleva signoreggiarlo co' prestigi della porpora e la compra legalità della forza. Piegare questi due avversarî al bacio della pace non poteva colla dolce persuasione della parola, o le arti della politica. Vi voleva certa tal quale improntitudine di signoria, quella ricisa e vigorosa difinizione di giudizio, con cui i Papi di que' tempi recisero molti nodi. Ma Alessandro era ad un tempo Vicario di Cristo e principe terreno; e se la suprema potestà sacerdotale gli concedeva il sentenziare su Federigo, glielo toglieva appunto quel principato terreno che lo faceva stare in Venezia non come giudice ma come parte.


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Storia della Lega Lombarda
di Luigi Tosti
Tipi di Monte Cassino
1848 pagine 398

   





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