A Michelangelo la dantesca congiunzione de' due potentati, a Raffaello l'ideale di que' visi Lombardi, al Wan-Dyk la corporale vegetazione alemanna. Altri baci e benedizioni nel coro: ed in quel dì non fu più altro.
Il lettore dalle cose fin qui narrate ha potuto conoscere chi fosse Federigo; se ora da superbissimo che era, se lo vedrà innanzi col capo chino, tutto dimesso e stemperarsi in uffici di umilissima suggezione al Pontefice, non maravigli: i Principi van presto agli estremi, quando è a guadagnare qualche cosa; ed han gli occhi troppo alti da poter vedere la bassa logica degli uomini. Il dì appresso, a petizione dell'infervorato Cesare, Alessandro sacrificò solennemente; e nel tornarsene a casa su la mula bianca, Federigo gli tenne la staffa, e gli addestrò la bestia, fino a che con una benedizione non fu licenziato a cessare dall'umile servigio. Il pensiero che Alessandro si ritraeva dalla battaglia, e che dopo sei anni poteva tornare addosso ai Lombardi, gli avrebbe fatto addestrare la mula fino in Germania. De' banchetti, delle visite, con cui andavano bellamente raffermando l'amicizia, il Papa e l'Imperadore, non dico, chè ognun lo immagina; dirò della Tregua, che dopo una vittoria, come quella di Legnano, solo ottennero i Collegati Lombardi388.
Le tregue non si fanno mai tra i vinti e i vincitori, ma tra due egualmente potenti battaglianti, che chieggono tempo a sciegliere o la pace o la continuazione della guerra. Federigo era stato vinto; ai Lombardi spettava l'imporre a lui le ragioni della pace, ma abbandonati nel negoziato dal Papa, ebbero sceme le forze tanto accresciute dalla vittoria, e fu loro forza condiscendere alla tregua.
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