È una conflagrazione di popoli il cui punto faticante cade sull'incontro dei due rami principali della stessa stirpe germanica, l'inglese e il tedesco; e la sorte delle armi può coincidere con la sentenza solo perché può arridere ai più degni della vittoria, cioè ai più virtuosi e benemeriti come popolo e, insieme, dimostratisi i meglio dotati per collaborare all'incivilimento mondiale. La forza bruta è una delle tante parole vuote, abusate irriflessivamente all'ombra fuggevole dei sentimenti passionati; non esiste fuori dell'astrazione matematica. Il mondo animale procede conforme al pensiero connaturato al mondo animale: tanto meno sono meccanismi i popoli, i quali tutti, dai più statici e selvaggi ai più avanzati, sono cooperatori dell'opera universale che si va senza principio e senza fine compiendo ininterrottamente sulla faccia della Terra, l'opera sempre più perfetta e sempre più perfettibile di realizzazione della mente umana. Perché mai la sorte delle armi fu tante volte e tanto arcigna agli ebrei, eppure i babilonesi e gli assiri dileguarono affatto, lasciando dietro di sé giogaie di asfalto, tombe immani di una civiltà sepolta che solo da un secolo il nostro pensiero ha sentito il bisogno di scoperchiare, e gli ebrei invece sono concittadini di tutti gli stati esistenti? Perché i poveri fellahs del Nilo, i cui antenati furono sommersi dalle armi di tanti invasori quante il fiume non ha cateratte, serbano tuttora i costumi agricoli dei villici della regina Hatschepsut?
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Terra Nilo Hatschepsut
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