E se è concorporata con le radici stesse della nostra nazionalità, se davanti all'èra nuova che si annunzia alle genti costituisce la nostra ragion d'essere di nazione, essa si affermerà e varrà tra amici e nemici come un decreto del destino; si effettuerà in virtù del suo stesso valore intrinseco, come un'opera della mente arrivata a maturazione, come l'opera del genio che né fiamma, né mannaia, né ostilità alcuna di uomini o di natura può contrastare. La conflagrazione dei popoli europei dimostra che è sempre l'Europa il centro della civiltà mondiale, e che l'Europa non può avviarsi con risolutezza e certezza a un più esteso incivilimento, all'umanizzazione dei continenti antichi e nuovi, se non attraverso una revisione di sangue, una tragica epurazione di stirpi, che assegnerà alle più scadenti e infeconde il cómpito di rifarsi, alle più gagliarde e feconde l'espansione del lavoro e dei beni morali.
Poche opere straniere, come questa di Treitschke, concorrono ad avvalorare la fiducia in noi stessi e la nostra fede. La passione, sia di odio che di amore, è la più penetrante scrutatrice di anime. Egli, morto nel 1896, ha amato intensamente l'Italia; e ne conobbe la storia politica, artistica, scientifica, letteraria, e tutta la vita regionale e nazionale, dai più antichi tempi di Roma ai giorni nostri: e ci comprese, con l'intuito dell'affetto. In un altro lavoro, parlando della vera immortalità, che il genere umano concede soltanto ai fondatori di religioni e agli eroi guerrieri, afferma che la storia universale conosce solo due uomini di stato, che hanno raggiunto la vetta più alta della gloria senza portare la spada: e l'uno dei due è Cavour.
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