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      In verità la vittoria della chiesa cattolica fu determinata da ragioni politiche. C'era un senso profondo, un'inconscia ironia nel nome les religionnaires o ceux de la religion, che si dava agli ugonotti: la fede era il più alto dei beni solamente per loro, per gli affiliati alla loro setta, non era affatto tale anche per gli avversari. La nazione era abituata ad una uniformità di cultura, a una stretta identità del costume, che appunto si poteva benissimo qualificare come un cattolicismo sociale: a nessuno, dunque, permetteva di prevaricare dalla media dei sentimenti della maggioranza. La corona temé nell'anarchia religiosa anche l'anarchia politica; l'istinto delle moltitudini avvisò con terrore nella scissione della fede la rovina della più gagliarda potenza unitaria dello stato; la gelosia di dominio della capitale, cattolica per tradizione, lottò contro le idee castali, separatiste, delle antiche casate feudali voltesi all'evangelismo nelle provincie. La sapienza di Enrico IV accordò in fine al paese rifinito dalle lotte di tre generazioni una libertà religiosa sufficientemente sicura, che fu inizio di un periodo fecondo, sul quale in verità posarono le basi del potente rigoglio della cultura francese, del secolo di Luigi XIV. Eppure lo stesso re, che elevò la corona al fastigio della potenza, osò, insieme, di perpetrare la più atroce e, quanto agli effetti, la più incancellabile violenza della nuova storia francese: bandì gli ugonotti, e la maggioranza della nazione gli fu di fedele aiuto nel vessare l'infelice "Chiesa del deserto". Da allora la vita spirituale mostra quell'instabile ondeggiamento tra la grossolana credulità alla dottrina ortodossa e l'oltraggiosa frivolezza, che urta così sgarbatamente la nostra anima tedesca: la tradizionale bigotteria celta e lo spirito di sfrontato motteggio si accompagnano grossolanamente, talvolta strettamente congiunti nell'anima di uno stesso uomo; la libertà di pensiero appare scioltezza di spirito dissoluto, forza rivoluzionaria.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





Enrico IV Luigi XIV