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      L'unità di peso e di misura, preparata dalla Convenzione, fu condotta a termine sotto il Consolato.
      Di pari con la giustizia e le finanze anche l'esercito francese ha battuto finora la via tracciata da Napoleone. "Onore, gloria e ricchezza", aveva promesso il generale Bonaparte all'armata d'Italia; e da allora fissò gli scopi che stanno sempre davanti agli occhi degli ufficiali dell'esercito francese. Il monarca mantiene la coscrizione, che era stata opera di Jourdan e del direttorio; ma si guarda bene di applicare al servizio militare l'idea dell'eguaglianza. L'usurpatore deve risparmiare l'egoismo delle classi possidenti: un popolo in armi è una minaccia per un despota: egli non sa risolversi ad una levée en masse nemmeno tra le urgenze della campagna invernale del 1814. Ciò non ostante, ogni soldato porta nello zaino il bastone di maresciallo, e la libera gara di emulazione forma l'orgoglio dell'esercito. Perfino i Borboni doverono riconoscere questo principio nella legge del 1817. È palmare quanto vantaggio ne sia venuto all'efficienza bellica dell'armata, ma anche quanto ne siano state eccitate e fomentate, insieme con lo spirito da lanzichenecchi cresciuto nelle guerre della Rivoluzione, la morbosa ambizione, la voglia erratica di conquista, la sommissione cieca al dominatore. Farebbe assai bene la nostra democrazia, se considerasse un poco anche il rovescio di cotesto sistema del libero avanzamento, troppo e senza misura levato al cielo. La libertà popolare e il tranquillo sviluppo politico riescono con maggior sicurezza alla regola di Scharnhorst, che il diritto alle spalline sia conferito, in pace, dalla cultura scientifica e, in guerra, dal contegno segnalato davanti al nemico; beninteso, quando cotesta regola sia integralmente e imparzialmente applicata.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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