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      Il colpo ferisce il nervo della vita parlamentare. La rappresentanza popolare, per confessione del suo presidente, osserva che il suo cómpito più importante è quello di "scoprire i benefizi del governo e notificarne i meriti". Nessuno può meravigliarsi, se l'imperatore a suo capriccio caccia via l'opposizione, e prima riduce il tribunato a metà dei membri, poi lo sopprime addirittura. Il potere legislativo va in fumo davanti al potere esecutivo, e gli schiavi tripudiano: "la creazione è compiuta, principia la vita".
      Il despota, di ritorno dall'Elba, annunziò, che finora contro sua volontà, costretto dall'inimicizia dell'Inghilterra, aveva dovuto aggiornare il governo di libertà per condurre a compimento la confederazione degli stati europei; e concesse alla nazione quell'atto addizionale, che appagò tutti i desiderii del liberalismo in moda e limitò per giunta la giurisdizione militare. Il celebre teorico del liberalismo, Beniamino Constant, profferse pieno di fiducia la sua assistenza al despota convertito; l'organo dei costituzionali, il Censore di Dunoyer, proclamò giubilando, che con l'elezione della rappresentanza popolare, con la libertà di stampa, col diritto di petizione il reggimento di libertà era stabilito; e in seguito tutti i rappresentanti del liberalismo francese, da Thiers a Ollivier, hanno concordemente assicurato, che mai prima di allora la libertà era stata conosciuta con maggior pienezza. Solo che a chi osserva spregiudicatamente, tali panegirici dimostrano quanto poca consistenza hanno in Francia i concetti giuridici elementari dello stato di libertà. Una vera rappresentanza popolare accanto all'eletto da milioni di voti, accanto all'idolo dell'esercito, il cui sovrano disprezzo degli uomini si era tanto più acuito, dopo che già due volte tutta intera la capricciosa nazione lo aveva abbandonato; accanto al governo dispotico dell'assolutismo militare, che sotto i Borboni, come nei cento giorni, continuava a vigere immutato del pari che sotto il consolato; un assurdo siffatto non prometteva una lunga durata.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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