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      Nessuna di coteste affermazioni è stata rovesciata interamente, nessuna dice interamente la verità. Ciò che irriflessivamente si presume di significare con la frase fatta "le idee del 1789", in effetto era un torbido caos di idee dispotiche e liberali, che si escludevano a vicenda. Napoleone con tatto meraviglioso ha condotto a compimento degli sforzi della Rivoluzione tutta la parte che serviva al dispotismo livellatore, e ha soffocato tutta l'altra che giovava alla libertà. Tale è il senso vero del vanaglorioso aforismo, messo in testa alla costituzione consolare: "la Rivoluzione è ricondotta ai principii con cui cominciò: essa è finita".
      L'onnipotenza dello stato, l'assoluta unità e l'accentramento, l'eguaglianza di tutti i francesi, il fondamento del potere statale sulla volontà del popolo sovrano, tutte queste sono "idee dell'89" che annullano la libertà. Napoleone le ha effettuate e, insieme, ha riconosciuto la nuova vita economica prodotta dalla rivoluzione e ne ha raccolto i frutti benefici. In tali termini è davvero figlio della Rivoluzione, e noi intendiamo il perché gl'irriducibili dottrinari della nostra emigrazione democratica si compiacciono di vituperare le condizioni sociali, pure tanto più prospere, della propria patria, e di levare al cielo "la bella eguaglianza" del bonapartismo. La giustizia, l'esercito, le finanze, la circolazione monetaria, l'intera amministrazione hanno ottenuto da Bonaparte la forma, che ha sfidato finora ogni vicenda della storia. Rispetto a questa parte della vita dello stato, che è la più importante per le popolazioni, nessuna delle più recenti rivoluzioni ha apportato mutamenti sostanziali.


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La Francia dal primo Impero al 1871
di Heinrich von Treitschke
Editore Laterza Bari
1917 pagine 597

   





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